Le tute da ginnastica degli anni settanta acquistate in merceria

 

7 aprile 2019

A differenza delle altre pagine di questo sito, questa non è una recensione ma una vera e propria "testimonianza storica", dettata dalla circostanza di essere uno dei pochi a possedere una delle tute che le nostre mamme, negli anni settanta, acquistavano nella merceria sotto casa (e probabilmente l'unico ad averne una mai usata, il che chiarisce il perché sia misteriosamente giunta ai giorni nostri).

Non sto parlando delle costose e modaiole Adidas, Sergio Tacchini, Puma o Ellesse, sogno di qualsiasi alunno o studente a partire dal 1983-84, così trendy da essere indossate anche per uscire la sera (il classico accostamento giacca adidas e jeans), ma delle economicissime e dozzinali progenitrici; quelle, per intenderci, che si distruggevano solo guardandole.

Già il contatto con l'aria, quando le si toglieva dalla loro anonima busta di cellophane contenitiva, le nuocieva (e comunque imbustate sembravano meno brutte). 

Proprio per la loro "robustezza" (alla prima caduta si sbrindellavano creando "l'effetto Hulk") le mamme, già all'atto dell'acquisto, facevano applicare delle orribili toppe in velluto in corrispondenza di gomiti e ginocchia.

Solitamente erano disponibili in due soli colori (blu e rosso) e si caratterizzavano dall'avere una marca composta da due consonanti per confondersi, creando assonanza, con le ben più esclusive GS SPORT o ELLESSE, ed una doppia riga sulle braccia ad imitazione delle Adidas (che di strisce ne aveva tre)

Tuttavia le strisce non erano applicate sulla manica (rinforzando la stessa) bensì cucite ad essa, con la conseguenza che bastava uno strattone alla giacca perché questa si aprisse in due.

Ma ciò che, a distanza di tanti anni, ancora ci terrorizza è il ricordo delle "cerniere killer" poste all'interno gamba, all'altezza dei malleoli; in caso di contrasti durante partite di pallone o sfregamento tra i piedi durante la corsa entravano nelle carni con le conseguenze del caso. Nessuno ha capito a cosa servissero (anche perché con il nuovo decennio scomparvero). Alcuni teorizzavano che consentissero di indossare la tuta avendo già ai piedi le scarpe (ma perché??) oppure che, una volta infilati i pantaloni, aprendo la cerniera, si potesse calzare anche gli anfibi o i camperos, allora in voga (secondo i ricercati canoni stilistici della moda del tempo). 

Rimarrà un mistero.

In conclusione, ammirate questa reliquia, scovata qualche anno fa in un mercatino locale dell'antiquariato ed acquistata ad 8 euro.

Potrebbe veramente essere l'ultimo esemplare di una specie estinta.


Ecco come si presentava all'acquirente all'interno della sua busta in cellophane

La giacca ed il suo interno (notare l'assenza di qualsiasi fodera)



I pantaloni e l'etichetta interna
 


Le strisce cucite assieme alle parti (e non su di esse) e le cerniere "spaccamalleoli"


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